La chiave di cioccolata
di Vilella Enrichetta
Pequod editore 2018, pagg.112, € 14,00
Anna, ormai anziana, seduta comodamente sulla poltrona del salotto di casa sua, legge
assorta dei diari scritti da donne detenute che risalgono almeno a una trentina di anni
prima. In compagnia di nipoti e pronipoti, a volte curiosi a volte disinteressati, passa in
rassegna tutte le testimonianze trasposte in quelle pagine, tutte le parole "incise" su carta
attraverso quell'atto liberatorio che è la scrittura. Le autrici dei diari sono tante: Josephine,
arrivata da poco, racconta di come si sta "ambientando" in quella nuova realtà; Raina
piange la lontananza da sua figlia; Federica vive l'esperienza dell' isolamento ; poi ci sono
Susi, Antonella, Carla, e infine Monica, che è in procinto di essere rilasciata, in lei c'è una
forte agitazione, quasi non si sentisse pronta a quella svolta da tempo attesa. Tante sono
le protagoniste e tante sono le voci che, come in un'orchestra, spesso si fondono e si
confondono. Ma, porgendo l'orecchio con più attenzione, si riesce a distinguere il suono di
ogni singola voce, di ogni singolo strumento: diverso è il timbro, diverso il ritmo, diversa è
anche l'intensità, ma il tema di fondo li accomuna tutti. La chiave di cioccolata è un
romanzo che, con parole di chi ha visto coi suoi occhi le realtà delle carceri, affronta il
tema della prigionia e, quindi, inevitabilmente, della libertà.
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